WASHINGTON - "Niente minaccia di più il nostro futuro e quello delle generazioni future del cambiamento climatico". Sono queste le parole con cui il Presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha presentato il "Clean power plan": una prima serie di normative federali che ridurranno gradualmente le emissioni inquinanti dagli impianti energetici. Così ha parlato oggi dalla Casa Bianca, Obama spiegando che entro il 2030 gli Usa verranno ridotte del 32% leelle emissioni di Co2 rispetto al 2005.
Una riduzione delle morti premature del 90%. Energia pulita che salverà molte vite, secondo Obama. "Entro il 2030 ridurremo le morti premature legate alle emissioni di carbonio delle centrali elettriche del 90% . Ci saranno 90mila casi in meno di asma per i nostri bambini". "Se non affrontiamo nel modo giusto" il problema dei cambiamenti climatici" potremmo passare il punto di non ritorno, ha aggiunto, parlando di una questione che "rappresenta un rischio immediato per la sicurezza nazionale". "Ci sono tempeste sempre più violente, incendi sempre più frequenti", ha denunciato il presidente Usa , "i ghiacciai si stanno riducendo e questo cambia la geografia del nostro pianeta".
Gli Stati Uniti intendono così assumere - secondo le parole del suo Presidente - la "leadership" nella lotta ai cambiamenti climatici.
"Abbiamo un solo pianeta". "Il nostro piano farà risparmiare ad ogni americano 85 dollari l'anno sulle bollette di luce e gas".
E ha aggiunto: "Lo scorso mese la Nasa ha pubblicato una foto della terra dallo spazio. La morfologia del pianeta è cambiata rispetto all'ultima immagine, ma una cosa non è cambiata: il nostro Paese è sempre il più bello di tutti, enorme ma anche fragile, appartiene a noi e anche ai nostri bambini. E' la nostra casa e non c'è piano B"
Presentando il piano sull'energia pulita, il presidente americano Barack Obama ha citato l'Enciclica di papa Francesco, un testo che pone rilievo su come "combattere il cambiamento climatico sia un obbligo morale".
L'annuncio del presidente arriva nel giorno in cui uno studio del World Glacier Monitoring Service dimostra come i ghiacciai del pianeta si siano ridotti a livelli mai misurati negli ultimi 120 anni, con una accelerazione dello scioglimento nella prima decade di questo secolo.
I negoziati ONU, finora risultati un fallimento, rinviano di fatto all'incontro prossimo a Parigi, che diventa quindi un appuntamento senza appello.
195 Paesi parteciperanno così alla Convenzione quadro sui cambiamenti climatici (Unfcc) e si sono impegnati a trovare una intesa a cui dovranno aderire anche i Paesi in via di sviluppo, esclusi dal protocollo di Kyoto, oltre agli Usa.
La Cina produce oltre un quarto delle emissioni mondiali di Co2, contro il 16% degli Usa e l'11% dell'Ue. A Parigi ogni Paese presenterà il suo piano di riduzione delle emissioni e su quella base si cercherà una intesa che entrerebbe in vigore nel 2020.
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