Coaching e risorse umane: un approfondimento

Questo articolo è dedicato ai Responsabili HR che, appena rientrati in ufficio, si preparano ad affrontare un nuovo anno di lavoro accompagnati da molteplici interrogativi e perplessità. In particolare si trovano a riflettere su alcuni aspetti tra cui la gestione delle priorità, del morale di coloro che lavorano in azienda e sono preoccupati per il futuro, di eventuali dimissioni inaspettate o del licenziamento di dipendenti poco produttivi e motivati.

A tutto questo si aggiunge l’entrata in vigore della nuova riforma del lavoro, che sembra portare più dubbi che certezze per quanto riguarda pensioni e adempimenti fiscali e normativi.

A prima vista questo potrebbe sembrare uno scenario estremamente negativo, ma si tratta in realtà di un quadro realistico della situazione. Non avete il tempo di pensare a ogni cosa con la dovuta calma e attenzione?

La soluzione è affidarvi a specialisti delle diverse aree critiche, ma intanto voglio offrirvi qualche suggerimento pratico per “sopravvivere” al rientro in azienda.

1_Amministrare le energie che le ferie vi hanno regalato: non cercate di risolvere tutto e subito, ma affrontate con serenità ogni compito da svolgere. In questo modo manterrete carburante sufficiente per il giorno successivo e potrete evitare di fare straordinari e ore di lavoro aggiuntive già dalla prima settimana.

2_Dedicate mezza giornata alle urgenze e priorità: è importante in questa fase distinuguere ciò che potete risolvere da soli e quello che invece va delegato all’interno o all’esterno dell’azienda.

3_Imparate a delegare: anche se intorno a voi non vedete nessuno, esistono diverse possibilità per affidare incombenze e carichi di lavoro a collaboratori esterni temporanei, risparmiando così tempo prezioso da dedicare alle reali priorità.

4_Imparate a non delegare: è importante che le attività critiche restino nelle vostre mani, parlo ad esempio di dimissioni, programmi di sviluppo delle performance e miglioramento delle capacità manageriali.

Il ruolo del coaching.

Ecco come il business coaching e l’executive coaching rappresentano un valido aiuto in ambito HR, in quanto contribuisce allo sviluppo delle performance delle risorse chiave in azienda. Di seguito alcuni esempi:

1_Internazionalizzazione e competitività all’estero: oggi sapere l’inglese non è più sufficiente per muoversi all’estero e questa competenza deve essere affiancata dalla conoscenza della cultura locale e unita a un livello di leadership internazionale tale da consentire all’azienda di muoversi con autorevolezza e un pizzico di aggressività sul mercato. Il coaching permette di sviluppare progetti mirati rivolti all’area commerciale.

2_Motivazione ed energia: sono le basi per affrontare con creatività le nuove sfide poste dal mercato, ma risvegliarle non è semplice. Un percorso di coaching permette di recuperare motivazione ed energia anche nelle risorse più stanche e demotivate, aiutandole a migliorare la produttività e indirizzandole verso l’area aziendale più adatta.

3_Parlare con le risorse chiave: al rientro in azienda molti manager vorranno parlare con voi responsabili HR del loro futuro professionale, dello sviluppo di carriera o dell’assegnazione di un nuovo ruolo in seguito a un’eventuale riorganizzazione aziendale. Anche in questo caso il coaching vi viene in aiuto, aiutando azienda e manager a chiarire aspettative e interessi professionali per il futuro.

Questi sono solo alcuni esempi, ma il coaching è uno strumento versatile che viene svolto da professionisti con una solida esperienza aziendale e si basa su metodologie orientate ai risultati e sperimentate con successo nel corso degli anni.

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