CHE SUCCEDE ORA IN GRECIA

Domenica 5 luglio in Grecia si è svolto un referendum sulle più recenti proposte dei creditori internazionali per affrontare la crisi economica del paese.
La vittoria è andata al No: una sconfitta politica per i leader europei che hanno sostenuto la linea più dura, come la cancelliera tedesca Angela Merkel.

La testata di scienza ed economia Gravità Zero mi ha intervistato ponendomi alcune domande sulla questione europea. 

Secondo le opinioni di analisti e osservatori internazionali, il governo di Alexis Tsipras esce dal referendum apparentemente rafforzato. Sembra che si presenterà frontalmente alle autorità europee con una nuova legittimazione popolare, chiedendo di ottenere modifiche favorevoli alle richieste dei creditori per ottenere un nuovo prestito. 

Non proprio: la Grecia gode ormai da anni di una scarsa credibilità nei confronti dei creditori. In futuro sarà molto difficile ottenere prestiti e la situazione economica del Paese potrebbe peggiorare velocemente e gravemente. Le faccio un esempio: un amico le chiede 100 euro, promettendo che le restituirà la somma entro un anno. L'anno successivo non solo le chiede un ulteriore prestito, ma spiega che non ha nessuna intenzione di restituire il precedente  e neppure il reddito che lei avrebbe avuto se la somma lei l'avesse investita in altro modo (tasso di interesse). Non solo non ha intenzione di restituirmeli, ma mi sfida. Lei come si comporterebbe? Presterebbe ancora soldi al suo amico?

E attenzione: molti non sanno che  oltre il 61% del debito greco di 317 miliardi di euro non è in mano a banche e investitori ma ai partner euro, e con un costo ben inferiore ai tassi di mercato (la durata media dei prestiti è 30 anni con un interesse medio del 2,5%, contro il 2,7% dell'eurozona e il 4,7% dell'Italia) Dunque è con il denaro delle nostre tasse, mediante il programma europeo di assistenza,  che stiamo finanziando a tassi di favore un paese che paga la metà degli interessi che paghiamo noi. Chi obbietta la Grecia è oppressa dal pagamento di interessi esorbitanti non è bene informato. 

Cosa può succedere dunque nei prossimi giorni?

Beh, la scadenza fondamentale è il 20 luglio. La Grecia entro tale data deve restituire una nuova rata di un prestito contratto in precedenza (e ne ha già mancata una alla fine di giugno): ma le banche greche esauriranno probabilmente prima il contante, a meno di un intervento della BCE.
La Grecia tra poche settimane potrebbe non avere più soldi per pagare stipendi, pensioni e servizi, e il suo sistema bancario collasserebbe.

Dunque la Grecia, e l'Europa, dovrebbero preoccuparsi? 

Purtroppo quello che molti non comprendono è che il "No" non rende più vicino un accordo favorevole alla Grecia: ogni giorno che passa rende più difficile per la Grecia rifiutare le condizioni dei creditori.
In queste ore Mario Draghi, capo della Banca Centrale Europea, deve decidere se ripristinare la liquidità verso le banche greche, chiuse da una settimana.





Commenti

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